“Ciò che indossi è quello che presenti di te al mondo, specialmente oggi, che i contatti umani sono così rapidi. La moda è un linguaggio istantaneo” afferma Miuccia Prada, una delle fashion designer più famose al mondo, nipote di quel Mario Prada che, nella Milano del 1913, in Galleria Vittorio Emanuele, apriva, col fratello Martino, il primo negozio di pelletteria, fornitore ufficiale della Real Casa Savoiarda.
Miuccia comincia ad occuparsi di moda nel 1977, avviando quella scalata al successo che non si è mai interrotta.
Per Miuccia la moda è anticonformismo e sobrietà, follia e discrezione al contempo, è il linguaggio “istantaneo” appunto, col quale raccontare la realtà contemporanea e il futuro alle porte.
I suoi abiti sono fatti di quella semplicità “radical chic” che contraddistingue la sua stessa persona, e sempre coniugano ironia e dissacrazione, rifuggendo la banalità.
Miuccia Prada negli anni ’80 disegna uno zainetto in nylon, il “Pocono” che diventa subito un’icona di stile e poi sperimenta il suo personale minimalismo nel mondo degli abiti e degli accessori.
Il minimalismo cede il passo poi all’eccentricità, mai fuori luogo, degli abiti candelabro con gocce di cristallo, delle gonne a ruota con le pieghe piatte, delle tuniche dal sapore barocco, e ancora delle scarpe col tacco in plexiglass o dalle zeppe multicolore: una creatività, quella di Prada, che adora le trasformazioni.
Quando ti sembra di averne intuito la direttrice, lei sovverte i canoni, cambia rotta e diventa la regina dell’“ugly-chic”, di quella moda, cioè, che concepisce l’unione fra armonie stridenti tra loro, alla maniera della stilista-pioniera d’inizio novecento, Elsa Schiapparelli, (alla quale Miuccia viene spesso paragonata), designer dei famosi tailleur con le bocche o dei cappelli sciarpa, creati con Salvador Dalì.
Come per la Schiapparelli, anche per Miuccia Prada il “brutto” è un concetto relativo.
Ecco dunque le stampe wallpaper anni ’70, i cappotti stile “gorilla” in pelo di scimmia, le ballerine a punta, i tubini di loden con i reggiseni a vista pieni di pietre multicolori abbinati ai calzettoni rigati da basket: “Quello che viene descritto da molti come ‘ugly chic’ è la mia volontà di inserire nella moda e nell’immaginario comune dettagli di altri mondi, della vita reale” afferma.
Miuccia Prada vuole spingere la moda al suo estremo e ci riesce con maestria e con quello spirito visionario che da sempre anima il suo lavoro e la sua vita.
“L’inatteso, l’irregolare, il sorprendente, lo stupefacente sono parte essenziale e caratteristica della bellezza” sosteneva Charles Baudelaire e Miuccia Prada fa di quel “sorprendente” il proprio, esclusivissimo, mantra.