Un vecchio baglio siciliano, in contrada Donnagona, nell’agro di Chiaromonte Gulfi, diventa “N’Orma”, uno splendido albergo di due stanze, sorte laddove vi erano le stalle, entrambe affacciate sulla piscina e sull’uliveto che circonda la struttura.
“N’Orma” è luogo della memoria, quella che aleggia ovunque nella splendida campagna siciliana, lucente e rigogliosa che è cornice dentro la quale si staglia la meraviglia di questo albergo.
I due proprietari, Andreina Iebole, ligure d’origine e Maurizio Di Gregorio, catanese, se ne innamorano perdutamente nel 2005 e da quel momento nasce il desiderio di prendersene cura e di riportarlo agli antichi fasti.
Il vecchio palmento abbandonato, le piccole strutture che forse erano state il pollaio, la conigliera e la stalla, insomma ogni dettaglio, ogni elemento di questo paradiso è stato ristrutturato con l’intento di preservarne la remota atmosfera che è figlia della storia.
Il vecchio palmento diviene, dunque, la cucina, le stalle diventano le stanze da letto, e nascono anche bellissimi ambienti comuni dedicati alla lettura, alla condivisione.
L’arredamento è commistione tra vecchi oggetti che rinascono a nuova vita e mobili dal design contemporaneo.
Pareti e soffitti in canne e gesso, ceramiche di Caltagirone convivono con elementi d’arredo dall’essenzialità nordica e questa fusione mantiene intatto il mood post rurale che è anima del “N’Orma”.
Qui il tempo si dilata, sfogliando i libri della bella libreria di Maurizio, degustando le prelibatezze di Andreina, cuoca sopraffina, che in cucina offe solo prodotti autoctoni, da loro coltivati, come il ProvvisOlio, olio extravergine di oliva della casa, “provvisorio” come provvisoria è la natura se non la si rispetta; quest’olio nasce seguendo un procedimento esclusivamente naturale, perché qui sono banditi concimi chimici e tutto ciò che fa male all’ambiente.
“N’Orma” è accoglienza, serenità, bellezza ma soprattutto è una filosofia di vita, quella che ci vuole in totale sintonia con noi stessi e che in questo luogo trova compiutamente il proprio appagamento.