“Copio e dissacro gli stilisti altrui, racconto quello che succede tentando di capire le motivazioni della gente”: questo è Franco Moschino, uno tra gli stilisti più visionari e originali nel panorama della moda internazionale.
Sin da piccolo, Moschino nutre la passione per l’arte, ed in particolar modo per la pittura, che lo porta a frequentare l’Accademia delle Belle Arti di Milano.
Dopo una iniziale collaborazione con Versace, nel 1983 il designer lancia la sua prima collezione dimostrando a tutti il proprio talento estroso e geniale, in cui si coglie l’influenza dadaista.
Moschino gioca con la moda, la considera uno strumento col quale sdrammatizzare, con ironia, le sfaccettature della società, e lo fa sovvertendo tutte le regole canoniche del buon gusto, reinterpretando stili, rivisitando capi iconici, nel segno del gioco e del divertimento che restano le sue uniche direttrici.
Franco Moschino non inneggia mai al puro edonismo, anzi se ne allontana coltivando il piacere della “reinvenzione”.
I tailleur Chanel si arricchiscono dunque di accessori sfarzosi eppure mai preziosi, utilizza cravatte maschili per confezionare gonne, le irriverenti scritte “Moschifo” piuttosto che “No stress No dress” si imprimono sui seriosi abiti dalla foggia stile monacale, i gilet si tramutano in cartoon e sopra gli abiti da gran sera campeggiano giubbini da torero.
Franco Moschino è surreale e diventa immediatamente un fenomeno.
Ben presto alla linea couture si aggiungono infatti, la Moschino Cheap & Chic, la collezione uomo, la Moschino Jeans e tutto un mondo di accessori, lingerie, occhiali e profumi che amano la provocazione.
Franco Moschino è colui che per primo porta negli armadi delle signore la pelliccia ecologica, scelta ambientale di fondamentale importanza che poi condizionerà anche gli altri grandi nomi della moda.
Se la morte non lo avesse colto a soli 44 anni, Moschino avrebbe continuato a regalarci il suo universo da fiaba che celebra, con magnificenza e sarcasmo, la gioia di vivere.