“Ogni donna ha qualcosa di speciale e io le voglio vestire tutte” afferma Mary Katrantzou, giovane e grintosa stilista nata in Grecia e trapiantata a Londra, già nel saggio di fine corso per il diploma alla Saint Martins, nel 2008, stupisce tutti per i suoi abiti coloratissimi, giocosi e pieni di stampe tromp-l’oeil con i gioielli, le antiche bottiglie dei profumi e i dettagli delle sneakers.
“The queen of textures” viene definita la trentatreenne designer, per quel suo stile così visionario e personale che in brevissimo tempo ha attirato l’attenzione della stampa e dei buyers in tutto il mondo.
Abiti tridimensionali e collage digitali, che trasformano il capo in un caleidoscopio di armonie e geometrie, rendendo il mood di Mary Katrantzou assolutamente unico nel panorama della moda mondiale.
L’estro innato le procura notevoli collaborazioni, ad esempio con TopShop e Longchamp e le fa guadagnare alti riconoscimenti nel settore del fashion system.
Il background degli studi architettonici la aiuta a strutturare i suoi abiti: “Spesso uso metodi architettonici che mi permettono di immaginare una forma in 3D attorno al corpo”; Mary ama guardare al passato per poterlo sovvertire e imprimere alle creazioni la propria, riconoscibilissima, firma.
La stilista sperimenta, rivoluziona, si reinventa ad ogni collezione e non è mai vittima dei cliché e del “già visto” perché è capace di prendere a modello qualsiasi cosa sia impossibile indossare, dai francobolli alle bottiglie di profumo, e tramutarli in vestiti iperrealisti, che fasciano con sensualità e vitalità il corpo delle donne.
Tutto la ispira dunque, l’arte, la fotografia e la creatività di chi la circonda.
Colori naturali ma anche toni vivaci, abiti cortissimi e con enormi spacchi ma pure con lunghi veli trasparenti: i capi di Mary Katrantzou sono sinuosi, lussuosi ed estremamente seducenti.
Nei suoi tessuti è in grado di raccontare la dimensione surreale del mondo Iperuranio di platonica memoria, per poi passare all’omaggio al grande compositore Gershwin, con un outfit chiamato Rhapsody in blue, dall’aria sognante e siderale.
Mary Katrantzou esalta le forme delle donne, con virtuosismi fatti di pizzi, plissé, trasparenze, sete e crepe de chines, inno alla bellezza nella sua concezione più intrinseca.