Martin Margiela è più di uno stilista, è un creativo a tutto tondo, un artista concettuale che fa dell’abito una vera e propria “decostruzione” che nella filosofia dello designer vuol dire smontare e rimontare parti di abiti usati, lasciare in vista le fodere interne o staccare le maniche per assemblarle nuovamente in maniera del tutto estrosa.

Martin Margiela nasce nel 1957 nelle Fiandre e dopo gli studi alla Royal Accademy of fine Arts di Anversa, lavora con Jean Paul Gaultier, fino a quando, nel 1988, fonda la propria casa di moda.

Margiela manifesta immediatamente lo spirito rivoluzionario che ne anima l’estro poiché, in un’ epoca, quella degli 80’s, in cui stilisti e modelle super glam, assurgono all’Olimpo della notorietà surclassando spesso l’importanza stessa dei capi, lo stilista belga riporta l’attenzione sul vestito, l’unico elemento che davvero gli interessa e in passerella fa sfilare degli automi celati da maschere, al fine di esaltare unicamente le proprie creazioni, bellissime e uniche nel panorama del fashion system.

Margiela professa il culto dell’impersonalità ed egli stesso è avvolto da un’aura di mistero, dato che non si mostra mai in pubblico.

La prima collezione è datata 1989 e in essa si privilegiano il nero, il bianco e il rosso e si palesa al mondo l’amore per la perfezione tecnica e per le influenza proveniente dalle culture estere.

Margiela propone una moda che è esaltazione dell’imperfezione la quale diviene segno distintivo; la sua è un’umanità ruvida, esatta antitesi del “glamour” a tutti i costi, e gli abiti sono etichettati da cartellini bianchi.

In Margiela l’” essere” diviene finalmente sostanza e lascia indietro l’” apparire”, con capi assolutamente indossabili, che sono una sfida alle regole classiche perché reinterpretano il concetto di moda.

Trasformazione “e “savoir faire sartoriale” sono il connubio perfetto di uno stile che ha meritato il neologismo “margielata”, utilizzato quando si vuole indicare la semplicità di un capo che diviene quasi astrazione.

Nel 1997 Margiela diventa inaspettatamente direttore creativo della Maison Hermes, mondo che gli è apparentemente lontano ma che lui maneggia con abilità e rispetto, disegnando vestiti dal look semplice che definiscono il lusso in maniera raffinata ed essenziale.

Nel 2002 Renzo Rosso acquista la Maison Margiela e lancia il brand sul mercato internazionale.

Margiela diviene icona di stile e apre punti vendita ovunque nel mondo.

Nel 2009 lo stilista belga annuncia il proprio ritiro e oggi, dopo vicende alterne, al timone della Maison Margela c’è il talentuoso John Galliano, la cui esasperata teatralità si misura con lo stile minimalista della Maison che deve guidare.

Due identità che sembrano non incontrarsi ma che forse riservano più sorprese di quanto ci si possa aspettare.

Con la prima sfilata parigina sotto il segno di Margiela, Galliano supera il rigore del designer belga, donandogli un tocco di innovazione e fascino, ma come il suo predecessore, resta confinato nel backstage ed evita di mostrarsi al pubblico.

Un’eredità difficile che sta già producendo i suoi frutti, una commistione di mood e genialità che fa bene alla moda.