La storia recente ci ha spesso guidato verso la scoperta di figure normali che hanno apportato dei grossi cambiamenti alla vita delle persone, anche se limitatamente al periodo nel quale hanno vissuto.
Anche per questo motivo Rai 1 e la casa editrice Graphofeel hanno deciso di realizzare rispettivamente una fiction e un libro sulla vita di una donna normale, ma molto speciale, a noi nota come Luisa Spagnoli.
In realtà Luisa è stata una donna tutta d’un pezzo, dedita principalmente al lavoro, per il quale ha trascurato anche gli affetti familiari. Di famiglia modesta, perse il padre molto presto e frequentò, per quanto possibile in quegli anni, la scuola.
Quando sposò Annibale Spagnoli, insieme a lui rilevarono una drogheria (chi sa ancora cosa è una drogheria?) e decisero di produrre confetti. Dall’incontro con 3 imprenditori perugini, tra cui il Buitoni della pasta, naque quella che oggi è nota a tutti come la Perugina.
Ma il marito fu spesso soggetto a fragilità emotive, nonché vittima di esaurimenti nervosi. Luisa invece aveva un carattere forte e determinato: presto si rivelerà una vera capitana d’azienda, intelligente e creativa, ma anche di polso ed esigente con le maestranze. Era una donna molto forte e spesso d’impatto, ma era anche brava a chiedere scusa e a rappacificarsi con i suoi dipendenti, per i quali ebbe sempre grande rispetto e attenzione.
Luisa si dedicò sin dal 1907 ad affinare l’arte della fabbricazione dei confetti, passando per le caramelle e per arrivare infine al cioccolato: sviluppò un palato finissimo, creando specialità raffinate di cioccolato (il fondente Luisa porta il suo nome) e ,dedicandosi agli allestimenti delle vetrine del negozio con originalità e creatività, ricevette riconoscimenti e grandi apprezzamenti sulla stampa locale. Ciò che sicuramente la contraddistinse fu la grande dedizione alla tutela degli operai della sua fabbrica, organizzando gite aziendali, regali alle famiglie delle maestranze e aiutando le madri lavoratrici.
Durante la Grande Guerra gli operai vennero chiamai alle armi e Luisa si trovò a dirigere la fabbrica da sola. Le leggi nazionali avevano limitato l’uso dei dolciumi perché superflui, e Luisa allora decise di riconvertire i macchinari destinati a confetti e caramelle per la produzione del cioccolato che era entrato a far parte della razione giornaliera delle truppe.
Fu l’unica azienda alimentare italiana a prosperare negli anni di guerra, moltiplicando il fatturato. La grande lungimiranza di Luisa fu quella di sostituire il personale maschile, partito per la guerra, con le donne. In breve tempo la fabbrica si riempì quasi esclusivamente di donne che erano in grado di ricoprire quasi tutte le mansioni dei colleghi uomini; persino le macchine erano revisionate e aggiustate da personale femminile. E’ di allora il grande lavoro che Luisa svolse per la tutela delle lavoratrici: le operaie potevano andare a lavoro con i propri figli e per le neo mamme vennero allestite vere e proprie sale di allattamento, che potevano ospitare anche i loro piccoli.
Dopo la guerra Luisa continuò a lavorare per blindare la tutela verso i suoi lavoratori e istituì vacanze aziendali, cassa mutua, personale medico in fabbrica, regali ai piccoli in occasione della Befana, assistenza agli orfani e molto altro.
Bisogna arrivare al 1922, per arrivare alla creazione del Bacio, che Luisa, dopo tanta sperimentazione realizzò assemblando gli avanzi della lavorazione di altri cioccolatini. Pare che l’idea dei bigliettini inseriti nell’incarto, su cui si stampano ancora oggi frasi amorose o aforismi in tema, derivasse dai bigliettini che Luisa e il suo compagno Giovanni Buitoni si scambiavano inserendoli nell’incarto dei cioccolatini, per comunicare in segreto i loro sentimenti.
Soltanto quando Il primogenito di Luisa, Mario, cominciò a lavorare in fabbrica, Luisa poté finalmente dedicarsi all’allevamento dei conigli d’angora nella tenuta di Santa Lucia. Qui i primi tentativi di lavorazione del pelo dei conigli furono affidati alle operaie della Perugina, in ambienti della fabbrica; successivamente vennero costruiti locali adatti alla lavorazione nell’area della villa di Santa Lucia, il primo nucleo della fabbrica che sorgerà anni dopo. In quegli anni il regime favoriva le produzioni italiane e le realizzazioni di Luisa dedicate al mondo femminile (boleri, giacche, stole) incontrarono il gradimento di tantissimi, fino a farle ricevere premi nazionali. Luisa riuscì persino a accorpare l’attività svolta alla Perugina con quella dell’appena nata Angora Spagnoli, quando decise di chiudere nelle uova di pasqua della Perugina scarpine e cuffiette da neonato lavorate con la lana d’angora, riscuotendo un grande successo. Ma purtroppo la grande intraprendenza, la creativa unicità di Luisa dovettero arrestarsi a causa di una improvvisa grave malattia che non le consentì di vedere gli sviluppi della nuova attività.
Questo romanzo così avvincente potrete leggerlo nei minimi dettagli a partire dal 28 gennaio e potrete seguirlo attraverso la fiction su Rai 1 l’1 e il 2 febbraio. Compratelo. Vi troverete alla fine del libro senza che ve ne sarete accorti.