Prendersi cura di se stessi e mantenere un buon equilibrio pico fisico per sentirsi giovani più a lungo, è un dovere che compete a ciascuno di noi. Allora perché non spendere, quotidianamente, solo quindici minuti del nostro tempo per praticare i cinque tibetani?
Si tratta di cinque posizioni yoga che vanno ripetute in sequenza, in qualunque momento della giornata e in qualunque luogo ci si trovi.
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I cinque movimenti in questione agiscono su tutte le parti del nostro corpo, sciogliendo e attivando tutte le articolazioni e sono una panacea per i muscoli addominali, lombari, pettorali e dorsali.
I cinque tibetani sono una vera e propria forma di meditazione attiva che allena mente e corpo contemporaneamente, aiutandoci non solo a sentirci ma anche ad essere più giovani ai nostri occhi e a quelli degli altri.
Dopo poche settimane di allenamento, infatti, il corpo muta perché il processo di invecchiamento subisce una brusca frenata.
Come sappiamo, nel nostro corpo ci sono sette importanti ghiandole endocrine che secernono ormoni.
Solo se tali ghiandole funzionano in maniera ottimale, possiamo sentirci in forma.
La tradizione orientale fa corrispondere queste sette ghiandole a dei centri di energia denominati chakra: se i chacka non sono vitali, il nostro organismo ne risente negativamente.
I cinque tibetani mirano al riequilibrio dei centri energetici, interessando non solo la sfera fisica ma anche e soprattutto quella mentale.
Ecco i cinque tibetani:
- Primo esercizio tibetano: si eseguono dei giri su se stessi da sinistra verso destra. Infine si fissano i pollici tesi al fine di riacquistare equilibrio.
- Secondo esercizio tibetano: da supini si alzano la testa le gambe verso l’alto e poi le si riportano a terra, inspirando.
- Terzo esercizio tibetano: si parte stando in ginocchio, mani appoggiate sui glutei e mento al petto. Poi, inspirando, si inclinano all’indietro testa, spalle e schiena. A questo punto si apre la bocca inarcando, per distendere meglio i muscoli anteriori del collo. Infine si torna in avanti espirando dal naso o dalla bocca.
- Quarto esercizio tibetano: si parte stando seduti con le gambe distese, la schiena eretta, le mani appoggiate di fianco alle anche e il mento contro il petto. Poi, inspirando, ci si solleva “a ponte”. Infine si torna a terra espirando.
- Quinto esercizio tibetano: Si parte piegati, toccando il pavimento solo con le mani e le dita dei piedi, restando sospesi con il resto del corpo. Poi, inspirando, si alza il bacino, mentre le gambe e le braccia restano dritte a formare col corpo una V capovolta. Infine si torna giù senza toccare terra con il tronco e piegando la testa all’indietro.
Coloro i quali si eserciteranno ogni giorno, con impegno, nella pratica dei “cinque tibetani”, ne trarranno maggiori benefici.
I testi consigliano di cominciare eseguendo ogni posizione per tre volte aumentando di tre ogni settimana: tre durante la prima settimana, sei nella seconda fino ad arrivare ad un massimo di ventuno ripetizioni, numero che gli esperti raccomandano di non superare.
Sarebbe meglio, inoltre, effettuare i movimenti a stomaco vuoto, indossando abiti comodi e adagiandosi su un tappeto da ginnastica.
Se siano o meno l’elisir di lunga vita, come qualcuno afferma, non è importante; ciò che davvero conta è che con i cinque tibetani riusciremo a risvegliare il nostro corpo e a sentirci meglio con noi stessi e con il mondo che ci circonda.