Nel cuore della Maremma, a Gavorrano, sorge il Conti di San Bonifacio, splendido wine resort che è manifesto di bellezza e di pace, luogo d’incanto nel quale non solo si soggiorna ma soprattutto si “vivono” e si respirano un’accoglienza e un calore che sono anche le cifre distintive di questa meravigliosa terra, la Toscana.
Il Conti di Bonifacio nasce dall’amore del conte Manfredo e di sua moglie Sarah, che con passione hanno fatto di questo luogo un gioiello di ospitalità di stile.
Il resort si propone di regalare agli ospiti l’emozione della vita all’interno di un’azienda agricola, nella quale ci si dedica alla lavorazione dei prodotti autoctoni, dal formaggio al miele, e ovviamente alla produzione vinicola, che qui è l’optimum, grazie anche alla vicinanza del mare, che dista pochi chilometri, e rende il microclima straordinario per la viticoltura.
La proprietà è stata disegnata dalla contessa Sarah e le sette camere di cui consta, sono state costruite da mastri artigiani del luogo, i quali ne hanno fatto scrigni di autentica raffinatezza, mixando elementi di design con pezzi di antiquariato unici. E poi lenzuola di lino egiziano, pavimenti in cotto, e ogni comfort contemporaneo: tutto qui è sinonimo di eccellenza.
Anche la cucina dello chef Jacopo Camozza, coacervo di sapori e contaminazioni provenienti da ogni angolo di mondo, che si tramutano in piatti dove la sperimentazione è l’ingrediente principe.
I prodotti, rigorosamente a km 0, vengono preparati seguendo sempre il filo della tradizione gastronomica locale e soddisfa appieno ogni palato.
Se all’inizio il Conti di Bonifacio si rivolgeva più che altro ad una clientela prettamente straniera, oggi orienta la propria attenzione verso il pubblico italiano, integrandosi sempre di più con il territorio anche grazie al mondo degli eventi e soprattutto delle cerimonie, curate con gusto aristocratico in ogni minimo dettaglio, grazie ad un personale scrupoloso che sa rendere indimenticabile ogni momento trascorso tra queste mirabili mura.
Un fascino, quello del Conti di Bonifacio, che le parole, per quanto lusinghiere, non possono narrare compiutamente, perché questa meraviglia bisogna guardarla con i propri occhi e goderne in toto l’intrinseca avvenenza