“Talía” in siciliano vuol dire “guarda”, “ammira” e mai nome fu più adatto per una struttura ricettiva nella quale la bellezza è lampante e ti avvolge, insieme alle languide atmosfere di un vita che è elogio del relax.
“Casa Talía” sorge a Modica, dichiarata patrimonio dell’UNESCO, situata nella Val di Noto, patria delle più incantevoli architetture barocche del mondo.
A “Casa Talía” si professa la filosofia dello “slowliving”, del “vivere lento” perché assaporare ogni attimo della giornata, scandito unicamente dai ritmi quieti della natura, è ciò che questo paradiso promette ai propri ospiti e che, puntualmente, mantiene, destando stupore e meraviglia.
“Casa Talía” è un complesso di piccole dimore, tutte dotate di terrazzo o balcone con vista sulla città e collegate tra loro da un giardino pensile.
In ciascuna di esse regna sovrano lo stile mediterraneo, con i colori caldi di questa terra, spettacolare coacervo di culture.
A “Casa Talía”, i materiali tipici dei luoghi, sapientemente utilizzati per la ristrutturazione del complesso, si sposano con la tecnologia più raffinata.
I muri di pietra a vista, le ceramiche policrome degli splendidi pavimenti, i tetti fatti di canne, vanno a braccetto con un ricercato sistema domotico che permette ai proprietari di gestire gli impianti con estrema accuratezza.
La stanze possiedono aria condizionata, tv digitale, cassaforte, collegamento ad Internet ed ogni sorta di comodità.
La cucina di “Casa Talía” offre esclusivamente la prima colazione perché il servizio ristorante non è previsto, sebbene sia facile, su consiglio dei proprietari e dello staff, raggiungere i più rinomati ristoranti di Modica.
“Casa Talía” è quella che oggi viene definita un “albergo diffuso”, cioè una struttura che si confonde con il paesaggio circostante, che non pretende di modificarlo, ma che vi si adatta, divenendo un elemento naturale. Ed è proprio in questo modo che “Casa Talía” si è trasformata in un’“oasi” di benessere inserita nel ritmo rutilante della città, capace dunque di regalare un soggiorno in cui si restituisce alla parola “vacanza” la sua essenza più intima.